Morte e vita eterna nella Bibbia
La morte appartiene all’esistenza di noi esseri umani. Ma già nell’Antico Testamento si trova la speranza che Dio possa creare nuova vita. La Resurrezione di Gesù dai morti nella Pasqua è il fondamento della nostra speranza di essere risvegliati e di essere uniti a lui per l’eternità. 1 Tessalonicesi 4: 14 Infatti, se crediamo che Gesù è morto ed è risuscitato, crediamo pure che Dio condurrà con lui, per mezzo di Gesù, quelli che si sono addormentati. 15 Ora vi diciamo questo per parola del Signore: noi viventi, che saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo coloro che si sono addormentati, 16 perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo e con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; 17 poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore.
Noi umani siamo consapevoli che come siamo nati così anche dobbiamo morire. Già nel Vecchio Testamento Dio ci parla della morte e della resurrezione a vita eterna o a morte eterna, Daniele 12:2 Molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno, alcuni per vita eterna, altri per vergogna e infamia eterna. Nel Nuovo Testamento la promessa della Vita Eterna in Cristo Gesù è chiara e ferma. Come cristiani nati di nuovo sappiamo che la morte è la conseguenza del peccato perché il peccato produce la morte, perciò anche noi cristiani moriamo ma per risuscitare in vita eterna. Può essere riconoscente chi, come Abramo, muore “vecchio e sazio di vita”. Spesse volte però la morte giunge fuori del suo tempo: muoiono bambini, la guerra annienta vite, malattie e fame mietono gli esseri umani.
La morte rappresenta secondo la Bibbia l’interruzione di tutte le relazioni – sia con gli altri esseri umani che con Dio stesso. Il “peccato”, inteso come distacco egoistico da Dio e dal nostro prossimo, conduce pertanto alla perdita della vita (Romani 6, 23a).
Poiché Dio è giusto, ci sarà nel tempo un Giudizio dei vivi e dei morti Apocalisse 20:11 Poi vidi un gran trono bianco e colui che vi sedeva sopra, dalla cui presenza fuggirono il cielo e la terra, e non fu più trovato posto per loro. 12 E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti davanti a Dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un altro libro, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati in base alle cose scritte nei libri, secondo le loro opere. 13 E il mare restituì i morti che erano in esso, la morte e l’Ades restituirono i morti che erano in loro, ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. 14 Poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda. 15 E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco. Dio allora consolerà il suo popolo non ci sarà più morte più pianto Apocalisse 21: 4 E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte, né cordoglio né grido né fatica, perché le cose di prima son passate». 5 Allora colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio tutte le cose nuove».
Ma coloro che hanno creduto nel Signore Gesù Cristo per aver il perdono di Dio ed essere riempiti del Suo grande amore, saranno consolati ma anche loro dovranno comparire davanti al tribunale di Cristo per ricevere ognuno il premio secondo le proprie opere. Gesù Cristo dopo che avrà rapito la sua chiesa e l’avrà portata in cielo, si siederà sul suo tribunale e giudicherà ogni credente non per condannarlo ma per ricompensarlo. Questo è quello che sperano soprattutto coloro che sono diventati vittime di persecuzioni, di torture, di morte violenta, di violenze e di ingiustizie. Per tutti i cristiani il Tribunale di Cristo è, in ultimo, il riferimento di fronte al quale devono rispondere delle loro azioni a Cristo il loro Signore. Il metro del Giudizio sulle loro azioni sarà, alla fine, l’amore con il quale essi si sono rapportati tra di loro e con i più deboli della società (Romani 14:10 e 2 Corinzi 5:10). Come viene sottolineato in particolare dall’Apostolo Paolo (Romani 8, 31-34) il Signore Gesù Cristo è seduto alla destra del Padre per intercedere finché Egli ritornerà.
Dio è l’onnipotente che può richiamare in vita i defunti. Il Profeta Ezechiele descrive in una visione (cap. 37) come lo spirito di Dio infonde nuovo respiro di vita ai morti. Per i cristiani la resurrezione di Gesù dai morti è motivo della speranza che loro stessi un giorno risorgeranno (1 Corinzi 15). Il Vangelo di Giovanni (5, 24) va addirittura oltre, affermando che la morte non ha già più alcun potere su coloro che confidano in Gesù.
Quando avverrà la Resurrezione dei morti? Questo è una questione che la Bibbia volutamente lascia aperta (1 Tessalonicesi 4, 13-18). Dopo la resurrezione però tutti potranno vivere in eterna comunione con Dio. Questo è la grande certezza che i cristiani hanno (Apocalisse di Giovanni 21, 1-8)