Principi Base

La Chiesa Evangelica Pentecostale ha radici nella Chiesa apostolica, della quale è legittima e diretta erede, e la sua storia comprende dunque anche il periodo della storia della Chiesa dagli Apostoli fino alla Riforma stessa di Martin Lutero del secolo XVI. L’azione di Martin Lutero non si propose di creare una nuova Chiesa ma di riformare quella esistente. Questa riforma diede inizio a conseguenti riforme per riportare la chiesa alle radici della prima chiesa apostolica del primo secolo dopo Cristo. Negli anni dal 1900-1907 un gruppo di credenti credettero alle promesse del Signore che sono eterne in Atti degli Apostoli 2:38 Allora Pietro disse loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. In base a queste promesse di Dio pregarono per ricevere il battesimo dello Spirito Santo con la manifestazione del parlare in altre lingue, Gloria a Dio per la Sua fedeltà. Nel 1907 nella Chiesa Evangelica di Asuza Street ci fu una discesa abbondante dello Spirito Santo e tutti quelli che erano in quella chiesa furono battezzati nello Spirito Santo. Da quell’anno inizia la Chiesa Pentecostale e tutti coloro che credettero nella Parola e nella fedeltà di Dio ricevettero il battesimo dello Spirito Santo. Oggi la Chiesa Pentecostale conta il maggior numero di credenti che con la potenza dello Spirito Santo hanno raggiunto tutto il mondo con la predicazione dell’evangelo del Signore Gesù Cristo ed egli confermava le predicazioni con segni, prodigi e miracoli. Se vuoi essere battezzato nella potenza dello Spirito Santo, vieni a trovarci e ti seguiremo con la preghiera per questa meravigliosa esperienza. Dio è fedele se l’ha fatto a noi sicuramente lo farà anche a te.

Come possiamo essere giusti davanti a Dio? Cosa dà alla nostra vita un senso e un valore ultimo? La risposta è che l’essere umano non ha alcuna possibilità di superare il suo peccato che lo fa egoista, perverso e malvagio e impossibilitato di ascendere all’Iddio, giusto. Giustizia, senso e valore possono essere conferiti agli uomini come dono da Dio, soltanto se avranno creduto e ricevuto con tutto il cuore il Signore Gesù Cristo. Dio stesso è diventato uomo in Gesù Cristo e sulla croce ha sconfitto il peccato e la morte, affinché chiunque crede in Lui sia salvato. (Vangelo di Giovanni 3:16 Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna). Dio salva l’essere umano non in base ad eventuali meriti di questi ma perché lo ama, gratuitamente e perché crede nell’opera d’amore del Suo Figlio sulla croce. Cosa può aggiungere l’essere umano all’opera salvifica di Dio? Niente! Egli può solo affidarsi all’opera di Dio! La fede unisce il credente a Cristo e rende questo partecipe del suo amore, della sua giustizia e della sua vita eterna. In breve: soltanto per grazia; soltanto per fede; soltanto per Cristo. Sola gratia. Sola fide. Solus Christus.

Lutero basa la sua riforma sulla Bibbia, che contrappone all’autorità papale: la voce umana non può stare al di sopra della Parola di Dio. Da Lutero in poi tutte le riforme sono state conformi alla Parola vivente di Dio, la bibbia. La Bibbia non è semplicemente identica alla Parola di Dio vivente: la Bibbia testimonia la Parola di Dio, La promuove o la attualizza: diventando così essa stessa Parola di Dio. Il centro della Bibbia è l’Evangelo di Gesù Cristo, che funge da chiave interpretativa e la cui piena valenza si scopre nella distinzione tra mondo, legge ed Evangelo.

Gesù Cristo è l’unico e il solo mediatore tra essere umano e Dio (2 Timoteo 2:5) e mediante Lui ogni credente ha un rapporto diretto con Dio. Grazie al Sangue espiatorio del Signor Gesù, al battesimo in acqua (consapevolmente) ed alla fede, ogni cristiano partecipa al ministero sacerdotale (1Pietro2:9,10). Non esiste alcuna sostanziale differenza qualitativa tra i pastori e gli altri membri della Chiesa; l’unica vera differenza e di tipo funzionale e rappresentativo. Perciò i pastori vivono una vita “normale”: essi possono, per esempio, sposarsi. Gli altri esercitano il loro sacerdozio con l’annuncio del Vangelo nella famiglia, tra gli amici e sul posto di lavoro e a volte, se la chiesa li incarica come predicatori laici, anche nello spazio pubblico

La Chiesa non è un edificio dove si riuniscono i credenti e neanche dove viene costituita da una gerarchia alla quale i fedeli possono aderire o non aderire, perché tutti quelli che credono nel Signore Gesù Cristo sono il corpo di Cristo e figli di Dio. Chiesa viene dalla parola Ecclesia che vuol dire “chiamati fuori” I cristiani sono stati chiamati fuori dal mondo per vivere la vita del Signore Gesù. I segni esteriori della Chiesa sono l’annuncio del Vangelo e l’amministrazione degli ordini di Gesù: battesimo in acqua da grandi e la Santa Cena, perché mediante loro lo Spirito crea la fede in Cristo ed i credenti costituiscono la Chiesa. Solo questi due segni sono istituiti da Dio e imprescindibili. L’organizzazione della Chiesa, gli uffici ed i riti, sono tradizioni umane che possono cambiare in tempi e in culture diverse. Nelle chiese Pentecostali generalmente esistono apostoli, profeti, evangelisti, pastori e dottori che sono unti da Dio per l’opera della chiesa e ci sono anche diaconi che sono eletti dai credenti secondo i requisiti biblici.

L’essere umano che è salvato è libero: libero perché vive sotto la grazia e non più sotto la legge; libero di camminare nello Spirito sapendo che la vita nella carne (passione e desideri peccaminosi) portano a delle conseguenze non secondo Dio ma secondo l’avversario, il diavolo. Dio è amore perciò anche i suoi figli hanno lo stesso spirito d’amore, quindi, la vita del credente consiste nell’amare Dio sopra ogni cosa e seguire la Sua volontà. Questo non significa seguire una lista di regole ma conformare tutta la propria vita all’amore di Cristo ed agire in libertà e responsabilità, a favore della salvezza del prossimo. Nel suo impegno quotidiano, sia nella Chiesa, sia nella famiglia e sia nel lavoro, il cristiano serve Dio e il prossimo, divenendo collaboratore di Dio nel mondo.

Dottrina della salvezza

La Dottrina della salvezza rappresenta un nucleo centrale della teologia Evangelica. Essa si basa su affermazioni teologiche del Nuovo Testamento, l’illuminazione delle quali ha indotto Martin Lutero alla presa di coscienza della Riforma.

La dottrina afferma che l’essere umano non può ritenersi ‘giusto’ perché compie le proprie opere e azioni, ma che può esserlo solamente attraverso la grazia dell’azione salvifica di Gesù Cristo e attraverso la fede.

Chi crede nella Parola di salvezza di Dio e crede nell’opera che il Signor Gesù Cristo ha compiuto sulla croce per espiare il peccato dell’uomo, sarà giustificato per la sua fede (Galati 3:6 Romani 5:1) e permette che gli venga donata la grazia di Dio. Perciò questo credente verrà giudicato da Dio non per ciò che fa od omette di fare, bensì per quello che Gesù ha fatto (Romani 3, 21-28). In questo modo una persona avrà parte nella vita eterna, così come recitano le parole di Gesù a noi tramandate: “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.” (Giovanni 5, 24).

La Dottrina della Giustificazione afferma pertanto che non siamo noi stessi a stabilire il senso della nostra vita, ma che possiamo solo ricevere con gratitudine da Dio.

La dottrina c’invita a guardare con gli occhi di Dio. Siamo ben più della somma delle nostre azioni – e delle nostre mancanze. La nostra dignità ci viene data da Dio. Essa non deve essere prima ‘prodotta’ o guadagnata.

Liberati dall’obbligo di doverci continuamente giustificare e purificare nei confronti dei dubbi e dei rimproveri che ci poniamo, possiamo rivolgerci agli altri semplicemente per mezzo della libertà data dalla fede in Gesù Cristo.

Amore per il prossimo

Che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri« (Giovanni 13, 34). Questo è il messaggio centrale di Gesù ai suoi discepoli. Anche l’Antico Testamento conosce il comandamento dell’amore per il prossimo (Levitico 19:18). Per Gesù l’amore per il prossimo è la risposta a tutto ciò che Dio ha fatto per gli esseri umani. Per lui l’amore di Dio e l’amore per il prossimo sono i due comandamenti di Dio più importanti che racchiude tutto il pensiero di Dio (Luca 10, 27). Poiché Dio è amore e gli esseri umani vivono nel Suo amore (Romani 5:5) attraverso l’azione di Gesù, anche gli esseri umani devono essere disposti in sommo grado all’amore e misericordia nei confronti dei loro fratelli in Cristo e degli altri esseri umani. È in questo amore per il prossimo che Gesù si rivela, insito, l’amore per Dio: » In quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me!« (Matteo 25, 40).

Sull’esempio della parabola del buon samaritano (Luca 10, 25-37) Gesù ci mostra il suo insegnamento. Praticare l’amore per il prossimo significa chiedersi: chi è il mio prossimo? Il mio prossimo è sempre colei o colui che incontro e che ha bisogno di aiuto. L’etica di Gesù scaturisce dal bisogno del prossimo e richiede un amore che dia all’altro ciò di cui ha concretamente bisogno per vivere.

Paolo pone l’ethos, l’etica cristiana, esplicitamente in corrispondenza con la Legge dell’amore per il prossimo quando scrive: »Non abbiate alcun debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri, perché chi ama il suo simile ha adempiuto alla legge. Infatti questi comandamenti: “Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare”, e se vi è qualche altro comandamento, si riassumono tutti in questo: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. L’amore non fa alcun male al prossimo; l’adempimento dunque della legge è l’amore.« (Romani 13, 8 segg.).

L’amore per il prossimo trova la sua espressione nella diaconia. Essa è espressione della vita e dell’essenza della Chiesa (cfr. gli Atti degli Apostoli).